ALEX FEDELE EP.#19 - LE PUNIZIONI DELLA KAREN(1°Parte), Capitolo III - Incidente o delitto

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MatteoDelpiero10
view post Posted on 29/3/2012, 16:27




CAPITOLO III – Incidente o delitto?

Verso le undici e trenta della sera, tutti eravamo nella nostra cabina. Era il secondo giorno dei cinque previsti dalla crociera, e il pensiero di non voler più ritornare alla solita vita, si faceva sempre più presente.
Poi un urlo. La voce del capitano Casolare risuonò come un pugnale lanciato a vuoto nell’aria. Uscimmo tutti dalle nostre cabine, ma una porta non si aprì. Quella di Montervino, quella di fronte alla nostra.
«Aiutatemi! Signori, qualcuno di voi è caduto in mare!» Nelboni aveva cominciato ad urlare a squarciagola. Calammo le scialuppe di salvataggio. Nelboni si mise sopra una di esse e si tuffò eroicamente in mare per prendere il corpo. Lo riportò sopra circa cinque minuti dopo accompagnando il tutto con la posa da film e l’espressione da opera drammatica. Non c’era più nulla da fare. Riccardo Montervino era morto. Il cadavere fu portato sulla nave. Flavio diresse le operazioni.
«Prendete delle coperte e copritegli il corpo» ordinò ai marinai dello staff. I ragazzi eseguirono.
Mi avvicinai al corpo e cominciai ad esaminarlo. «Non controllare ragazzo» mi disse Nelboni «non c’è più nulla da fare» continuò.
«Lo so bene. Stavo controllando un’altra cosa».
«Uh? Che cosa?» chiese stupito.
«Guardi meglio. Forse col buio non se n’è accorto, ma adesso con i faretti interni della nave si vede benissimo» affermai indicando la parte superiore della testa della vittima.
«Ma questo … » disse impallidendo.
«Esatto. E’ sangue coagulato».
«Che succede?» chiese Flavio avvicinandosi.
«Succede che c’è del sangue coagulato sulla testa della vittima. Abbiamo un problema».
«Di che genere?».
«Insomma, ragiona» gli dissi tirandolo per la giacca. «Se c’è del sangue coagulato sulla testa della vittima, è probabile che sia stato colpito e … » non terminai la frase. Il capitano Casolare teneva le mani della vittima strette a sé.
«Detective» disse da sotto i baffi «cosa c’è sotto le unghie della vittima?». Bianca e Andrea se ne stavano in disparte. Senza intervenire. Sembravano statue immobili in un film dell’orrore.
«Questo sembra» disse Flavio stringendo le mani di Montervino «No, questi non sembrano … questi sono frammenti pelle umana!».
«Quindi possiamo … » iniziò Federico Mascella.
«No signor Mascella, noi siamo certi che si tratti di omicidio» lo interruppi guardandolo con aria di sfida.
«E’ terribile!» commentò Bianca.
«Sapete cosa c’è di ancora più terribile?» chiesi alla folla che mi guardava con sufficienza. Poi mi avvicinai alla ringhiera della nave. «Che il colpevole è uno di noi!».
«Cosa? Non le permetto certe insinuazioni!» uscì a ripetizioni la professoressa Lonsi.
«Signora Lonsi» intervenne Flavio. «Non c’è altra spiegazione. La nave è questa. Non si è trattato di incidente e non ci sono apparenti motivi per il quale il signor Montervino avrebbe potuto tentare il suicidio. L’ipotesi di omicidio è la più accreditata. E considerando che si tratta di una nave con a bordo solo specifiche persone, il colpevole non può che essere tra noi». Il tono di Flavio era diventato severo e rabbioso. Fa sempre così davanti a un crimine.





 
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