ALEX FEDELE EP.#19 - LE PUNIZIONI DELLA KAREN(1°Parte), Capitolo I - Gioco per la vittoria

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MatteoDelpiero10
view post Posted on 29/3/2012, 16:22




CAPITOLO I – Gioco per la vittoria

Lo chiamavano piacevole. In televisione, assistevo a tentativi da record su ogni qualsivoglia azione discutibile. C’era l’uomo che mangiava formiche come fossero biscotti, la donna che si lasciava lanciare con un cannone da circo a più di trenta metri di distanza, e chi invece strabuzzava così gli occhi così tanto da farseli sbalzare fuori. Ero incuriosito da quella strana situazione e da quegli strani tentativi e perciò, quella domenica mattina nella quale il dolce riposo era l’unica cosa che mi interessasse, mi ero sdraiato sul divanetto dell’ufficio di Flavio e mi ero goduto quel balzano programma.
Quella mattina Flavio non era a casa. Era uscito piuttosto presto per andar a far visita ad un suo amico in ospedale. Quest’ultimo, svolgeva il lavoro di custode al museo, ma pare che in una colluttazione fisica con un energumeno avesse avuto la peggio riportando fratture multiple e escoriazioni sui gomiti. Siccome conosceva Flavio da circa quindici anni, era entrato di diritto in quella lista di “rispettabili” che Flavio pareva avesse stilato da un po’. Chissà se ne facevo parte anch’io.
Nel frattempo, mio fratello Andrea, se ne stava in camera sua, Fabio era uscita con quella Martina sulla quale mi aveva raccontato qualche particolare scabroso e Bianca se ne stava al computer del padre, nella mia stessa stanza. Aveva una confezione di biscotti in mano, una di quelle con le quali fai colazione per trenta giorni senza stancarti mai. La teneva nella mano sinistra, e con la destra muoveva energicamente il mouse.
Intanto, sbottava e si lamentava.
«Fammi capire. Cos’hai oggi?» dissi spegnendo la tv e andando a posizionarmi vicino a lei davanti al monitor.
«E che ho un problema che non riesco a risolvere».
«Spiegami».
Mi inginocchiai vicino lei, e le sfiorai i capelli con il viso. «Il fatto è» cominciò porgendomi la scatola di biscotti «che sono andata su vari siti e … hai presente quelle pubblicità che ti appaiono sempre su estrazioni e cose varie?».
«Certo, qual è l’intoppo?» domandai pescando un biscotto dal pacco.
«L’intoppo, come lo chiami tu, è che devi risolvere un problema di logica, un codice, o qualsiasi altra cosa nella quale bisogni usare il cervello, al fine di vincere un premio Vengono sorteggiati solo determinati indirizzi IP».
«E il tuo è stato sorteggiato?».
«Certo. Altrimenti perché sarei disperata?» mi chiese guardandomi con sarcasmo.
«Quindi, mi stai dicendo che non sai risolvere il problema che ti hanno dato?».
«Già».
«Che cosa si vince?».
«Sono stati sorteggiati otto indirizzi IP. Coloro che riusciranno a risolvere il problema, vinceranno una crociera nel Mediterraneo. I partecipanti possono portare tutti quelli che vogliono, senza esagerare naturalmente».
«Capisco» dissi portandomi una mano al mento. «Ti dispiace se do un’occhiata al giochino?».
«Fai pure, ma tanto è inutile. E’ un ora che ci ragiono sopra e in testa ho solo una gran confusione» disse girando il monitor interamente verso di me.
Notai un timer sulla parte destra dello schermo. «Cos’è quello?» dissi indicandolo.
«E’ il timer del gioco. Per risolvere questo complesso gioco di logica, abbiamo solo un’ora e dieci minuti … sono stati crudeli» disse assumendo una posa da vittima.
«Be’, dai. Non così ingiusti. Ti regalano una crociera».
«Io parlavo del problema. E’ davvero troppo difficile».
Lessi su di una grafica grigiastra, questo “impossibile” indovinello.

“Tre marinai trovano un mucchio di noci di cocco. Il primo ne prende la metà, più mezza noce
Il secondo prende metà di quello che è rimasto, più mezza noce. Il terzo fa la stessa cosa del secondo.
Rimane una sola noce, che i marinai donano a una scimmia. Quante erano le noci nel mucchio inizialmente?”

Rimasi a fissare lo schermo per un paio di secondi, poi presi il mouse, ma Bianca mise la sua mano sulla mia, impedendomi di muovermi.
«Fermo, abbiamo solo un tentativo».
«Ho risolto l’enigma».
«Davvero? Dimmi».
«Fammi mettere il risultato e poi vedi».
«No, dimmi tutto prima a me».
«Che c’è? Non ti fidi?».
«Non è questo è che … ».
«Non ti fidi» affermai distogliendo lo sguardo dal suo.
Tolse la mano, si imbarazzò. Poi mi alzai, e con l’aria da saccente, dissi:
«La risposta all’enigma è quindici. Sono quindici le noci inizialmente. Infatti, se alla fine resta una sola noce, significa che il marinaio si è trovato di fronte solo tre noci al suo arrivo. Ha preso due noci, ovvero metà del mucchio, cioè una noce e mezza più mezza noce, lasciandone così una. Così facendo, è logico presupporre, che il secondo marinaio abbia avuto a disposizione sette noci, prendendone solo quattro, naturalmente tre e mezzo più l’altra mezza, seguendo la struttura del giochino. Ne ha lasciate così tre per il terzo marinaio. Per concludere, il primo marinaio, poteva disporre di quindici noci. Ne ha prese così otto».
Bianca mi guardò con una espressione che trasudava dubbio da ogni poro.
«Si può sapere come hai fatto ad arrivare a questa soluzione in così pochi secondi?».
«Tutto sta nel tenere allenata la mente. A volte, quando mi annoio, creo da solo questi rompicapo. Mi distraggono e mi aiutano a concentrarmi sui casi».
«Inserisco la tua risposta allora?».
«Come se avessi un’altra possibilità … » le dissi sorridendole con sarcasmo.
«Spiritoso … guarda che con un po’ di ragionamento, ci arriverebbe chiunque, non darti arie da professorino».
«Vero, chiunque può arrivarci, ma a te la risposta serve entro dieci minuti al massimo, giusto?».
«Ehm … giusto» disse passandosi una mano tra i capelli.
«E non hai tempo per metterti a ragionare. Giusto?».
«S-sì … ».
«E allora, inserisci questa risposta che ci andiamo a vedere il Mediterraneo da vicino».
«Sei proprio sicuro di te … Vorrei averla io questa sicurezza. E se sbagli?».
«Se sbaglio … ti accompagno per un mese di fila a fare shopping, facendoti da portaborse, lo giuro» dissi incrociando le dita.
Un po’ timorosa, Bianca posò la mano sul mouse e si decise ad inserire il referto. Il computer si colorò di verde smeraldo e una pacchiana scritta con su scritto “HAI VINTO!” comparve accompagnata da una musichetta in stile “Rocky”.
«Abbiamo vinto! Abbiamo vinto! Abbiamo vinto! Sei grande Alex!» disse alzandosi in tutta fretta e venendomi ad abbracciare. Non nego che arrossii, e parecchio anche.
«Non vedo l’ora di dirlo a papà! Sarà entusiasta! E poi gli serve una vacanza. Di solito, lavora troppo».
«Già, lo credo anch’io» dissi fingendo di acconsentire.
Al ritorno, Flavio, si limitò a pavoneggiarsi di come anche lui avesse potuto facilmente risolvere quel complicato rompicapo. Aveva cominciato a riavvolgere il nastro dei ricordi e a far viaggiare la mente attraverso quegli anni in cui, stando ai suoi racconti e alle sue parole, “bello e pieno di vita”, si divertiva a risolvere indovinelli su indovinelli, lasciando strabiliati tutti i suoi amici.
«E quando dovremmo partire?» si limitò ad aggiungere successivamente.
«Ho stampato la pagina che ha visualizzato il sito subito dopo l’indovinello. Lo leggo» disse felice come non mai, Bianca.
«”Carissima signorina Moggelli. Siamo lieti di comunicarLe la piena risoluzione del rompicapo ideato da un nostro dirigente con esperienze nel campo matematico e logico applicato. Come promesso dalla nostra azienda, la nave d’epoca costruita nel 1984 e chiamata KAREN, salperà al porto di Roma tra due giorni, alle ore 11.00. La crociera avrà durata di giorni 5. Le auguriamo un buon soggiorno e le ricordiamo che può invitare fino a ben cinque persone ad accompagnarLa. Lo staff La ringrazia per la cortesia dimostrataci e Le auguriamo ancora, una buona crociera. Firmato, Alvin Feretti, introduttore e creatore del premio”».
Io e Flavio avevamo ascoltato il tutto, distesi sul divano. Mio fratello, seduto sulle mie gambe, aveva continuato a fare le bolle di sapone, disinteressandosi di tutto ciò che stava accadendo. Ah, i bambini.
«Non è magnifico?» disse Bianca.
«La cosa meno magnifica è che dovremo raggiungere Roma» commentò Flavio.
«Come sei pessimista! Ti regalano una crociera di quattro giorni, nel Mediterraneo e tu pensi solo alle cose negative? Papà, sei peggiorato con gli anni».
«E’ quello che si chiama vecchiaia. C’è chi l’accusa più e chi l’accusa meno, figliola».
«E tu che ne pensi Alex? E tu Andrea?». Bianca era in eccitazione più totale.
Dal canto nostro, sia io che mio fratello, ci guardammo in faccia, con un’aria perplessa.
«Maschi … siete sempre i soliti insensibili. Siete profondi come una pozzanghera prosciugata … ».
 
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