Wrestling: filosofia di vita o bambinata?, riflessioni di un papà sul mondo del wrestling

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view post Posted on 28/8/2011, 14:45
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Carissimi amici del vwe forum, ho voluto aprire questo topic per portare a conoscenza di molti di voi, il pensiero di un grande conoscitore e amante del wrestling a riguardo di questa disciplina. Infatti è di ieri(27/8/2011) la pubblicazione di questa riflessione sul wrestling da parte di Stefano Benzi. Personaggio noto a tutti come grande conoscitore e cultore del wrestling in italia. Uno dei primi e unici a difendere la disciplina a spada tratta da tutti gli attacchi esterni che i pseudoesperti fanno contro il wrestling. vi prego di leggere quello che è il suo pensiero e poi, se volete, date un vostro commento alla questione.
Questo dibattito servirà a tutti per crescere e far crescere l' amore per il wrestling.
questo il testo dell' articolo di stefano benzi:

Evviva! Il wrestling non è più diseducativo
Dopo diversi anni di oscurantismo televisivo, il wrestling è tornato sulle reti in chiaro. E’ ormai di qualche settimana l’accordo tra la WWE e Mediaset che ha segnato il ritorno dei prodotti televisivi del colosso di Stanford sulle reti del biscione.
Un ritorno quatto quatto (su Italia 2) ma anche abbastanza sorprendente considerando come si erano interrotti i rapporti tra la federazione dei McMahon e la rete italiana: come tutti i fan del business ricorderanno all’indomani della tragedia di Chris Benoit, che in un raptus di follia si suicidò dopo aver ucciso il figlio e la moglie, Italia Uno decise di cancellare il wrestling dai suoi palinsesti.
La vicenda ebbe una vastissima eco in Italia e in tutto il mondo. Forse anche perché non di molto successiva alla scomparsa di un altro wrestler popolarissimo come Eddie Guerrero, stroncato da un infarto a pochi giorni dal tour che avrebbe dovuto portarlo anche nel nostro paese.
Il wrestling è costellato di episodi drammatici, a volte sfortunati e a volte evitabili: basta dare un'occhiata qui (www.pwwew.net/people/dead.htm) per capire che la tragedia di Benoit è stata sicuramente la più terrificante e sconvolgente ma spicca in un elenco piuttosto lungo. Una vicenda che come tante altre morti tragiche, con il wrestling aveva poco a che fare.
I fans protestarono, raccolsero firme, ma non ci fu alcun ripensamento. L'Italia fu l'unico paese che chiuse la trasmissione in chiaro… che altrove andò avanti magari con meno entusiasmo ma senza conseguenze. Che Benoit fosse una persona in grande difficoltà, profondamente depressa per via della grave malattia del figlio e delle incomprensioni che lo stavano portano alla separazione dalla sua seconda moglie, forse lo si sapeva: e che avesse bisogno di aiuto, qualcuno dell'ambiente, molto vicino al wrestler canadese, lo aveva anche ipotizzato. Che il wrestling sia un'attività logorante che ti porta ai limiti di qualsiasi sopportazione, del dolore, della lontananza da casa e dai tuoi affetti non è da ieri e neanche dall'altro ieri. Questo è il modello del business e dello sport americano che porta qualsiasi professionista dello spettacolo o del mondo sportivo a essere pronto e tirato a lucido per scendere in campo. Accade con basket, baseball e hockey. L'arena va riempita, l'agenda delle dirette tv va colmata e il roster dev'essere in piena efficienza. Chi non c'è non guadagna. E' così…
Si può discutere su questo, sulle pretese dei fans e della compagnia di accontentare quanti più clienti e distributori possibile e sulla purtroppo ormai frequente abitudine di molti wrestler di aiutarsi con painkiller e anabolizzanti (non che gli altri sportivi americani ne siano immuni). Ma che una tragedia familiare si trasformasse in uno strumento negativo per il marketing televisivo lo dovevo ancora vedere.
Un secco comunicato del direttore dei programmi della rete Luca Tiraboschi chiuse la discussione sul nascere: "Finchè si trattava di "botte" tra personaggi al confine tra i supereroi dei fumetti e i protagonisti dei cartoni animati, tutto funzionava nei giusti canoni dello spettacolo e del divertimento (trascrivo letteralmente dal comunicato di allora) ma quando la cronaca nera più efferata contamina la nostra proposta, allora Italia 1 non ci sta più".
Una motivazione curiosa, considerando che altri programmi della rete non sembravano distinguersi per una sana proposta di spettacolo e divertimento ed erano al centro di polemiche e proteste anche da parte dell'associazione consumatori e di associazioni per la tutela dei minori. A meno che Lucignolo non fosse un cartone animato… ci dovrei riflettere in effetti.
Il fatto è che la tragedia di Benoit, un dramma familiare tristissimo sul quale non è ancora stata fatta piena chiarezza, c'entrava poco. A scatenarla era stata la folle, incomprensibile e ingiustificabile reazione di un padre, preoccupato per le condizioni di un figlio gravemente disabile, un marito reso disperato dalla decisione della moglie di lasciarlo. Il tutto aggravato da motivi economici mai completamente chiariti e da un'acuta dipendenza da farmaci antidepressivi che, posso garantire, non riguarda solo i wrestler. Il nostro paese è uno dei più floridi consumatori di farmaci di questo tipo, spesso procurati autonomamente e senza ricetta, da distributori senza scrupoli che agiscono tra Cina, India e dintorni.
Nel frattempo nel wrestling ci sono state altre morti eccellenti: come quella di Umaga, stroncato a soli 36 anni da un infarto, di Test, ucciso a 33 anni da un overdose di Oxycodone, un potente analgesico a base di oppio.
Intendiamoci, io sono felicissimo che il wrestling torni in chiaro. Sono stato un sostenitore di questa forma di intrattenimento da sempre, da quando in Italia non lo conosceva nessuno, o veniva fraintesa come una bambinata: cosa che non è assolutamente. Posso garantire che il wrestling è qualcosa di cosa molto più complesso, difficile e articolato di uno show "in cui personaggi al confine tra i supereroi dei fumetti e i protagonisti dei cartoni animati, si danno delle 'botte'".
Quello succede nel teatro delle marionette. E se una rete compra un prodotto televisivo si parte del presupposto che abbia capito che cosa propone. Anche perché c'è una responsabilità diretta in queste proposte… La tv non è uno strumento educativo, non deve esserlo. Ma non può neppure essere il raccoglitore differenziato di qualsiasi pattume come stiamo vedendo ultimamente.
E dunque spieghiamo…
Il wrestling NON E' UNO SPETTACOLO PER BAMBINI, è uno spettacolo per famiglie: così come la TV NON E' UNA BABY SITTER, E NON DEVE EDUCARE NESSUNO (anche perché nel nostro paese saremmo rovinati). A farlo dovrebbero pensarci famiglie e scuola. Che poi un programma possa essere condotto e curato in modo più o meno educativo, sta a chi il programma lo conduce e lo cura. In Italia questo genere di trasmissioni, ben curate e condotte, scarseggia. Ma non è che i documentari siano campioni di audience…
Il wrestling è una forma molto complessa di imprinting tipicamente americano con il quale il padre 'spiega' la vita ai figli, è una sorta di scambio generazionale che si sviluppa per linea patriarcale. Il buono e il cattivo, il bello e il brutto, il giusto e lo sbagliato: diventare campione truffando, cosa che ti rende un vincente ma inviso alla folla, arrivare al tuo obiettivo anche se tutti ti considerando un buono a nulla, un diverso, contendersi qualcosa come l'amore di una donna o persino la custodia di un figlio (splendida e commovente storyline tra Rey Mysterio ed Eddie Guerrero), l'amicizia e il tradimento…
Come tutti i libri e le fiction, il wrestling ha scritto pagine indimenticabili, e altre meno belle: è uno show infinito che si inanella sera dopo sera, settimana dopo settimana. Non tutti i capitoli sono riusciti, o belli. Ma gli americani cominciano proprio così a spiegare ai propri figli concetti come mission, achievement, leadership, honesty and respect, che costituiscono le fondamenta della cultura americana.
Ognuno ha i suoi modi di spiegare le cose: gli americani lo fanno con il wrestling, mischiando elementi di finzione e di verità al punto che il confine tra le due cose non sai più quale sia. Cosa alla quale bisogna stare estremamente attenti: perché i bambini non lo capiscono. Ma gli adulti sì: ed è per questo che a vedere il wrestling, vicino a un figlio c'è sempre un nonno o un papà.
Ci sono straordinari scrittori, attori e sceneggiatori (Steven Spielberg, Stephen King, Jack Black, Ben Stiller e suo padre Jerry, Andy Kaufman) che, magari sotto pseudonimo, hanno partorito pagine indimenticabili di wrestling, e intere generazioni di americani che sul wrestling hanno creato un canale di comunicazione con i propri figli.
Roba che per noi italiani non ha alcun senso: perché abbiamo altri valori, altre radici, altra storia. Se noi presentassimo qualcosa di tipicamente italiano agli americani, qualcosa di completamente diverso da quella che è la loro cultura, dovremmo spiegarla. Per bene… e magari non piacerebbe. Provate a spiegargli perché ci massacriamo per il calcio: ci ritengono degli idioti. E se guardiamo la cosa dal loro punto di vista hanno ragione: ora che ci penso, anche dal mio.
Per i romani il tramite erano i gladiatori, per i cinesi (con il Muoxi) e giapponesi (con il No o il Kabuki) i personaggi e le maschere del teatro tradizionale, per i greci quelli di tragedie e commedie. Il patto tra i fan del wrestling e le superstar dello show è chiarissimo: "Io ti racconto una storia, tu prova a interpretarla e vivila come se fosse reale".
E' il cinema, ma in carne e ossa.
Qui da noi il wrestling lo si è spiegato poco e male: "non fatelo a casa", e il bimbo, solo davanti alla baby sitter tv, sarà la prima cosa che farà a scuola. Qui ci si è limitato ad accaparrarsi un mercato. Finché tira bene, quando non tira più, si molla.
Non mi nascondo dietro un dito: il wrestling è un business immenso che coinvolge investimenti per centinaia di milioni di dollari e ricade, a cascata, su chi produce figurine, magliette, gadgets, show, dvd e quant'altro.
Essere nel 'business', come i wrestler (che si autodefiniscono workers) chiamano il wrestling, è logorante e stressante: ogni wrestler sostiene dai sei ai sette show a settimana, sempre in città diverse. E poi ci sono la promozione, le registrazioni, le attività parallele. Ogni sera i bump, i salti, le prese e i colpi, veri o presunti finti che siano (inutile spiegare che i colpi ci sono e fanno molto male, ci ho già provato, anche troppo…), costano fatica, sudore e dolore. C'è chi si cura con analgesici, anti-infiammatori, c'è chi va in depressione, c'è chi non vede la famiglia per sei mesi, c'è chi non è capace di fare altro e chi non ha messo una euro da parte. Succede nel calcio, nelle industrie della old e della new echonomy, nelle scuole e nelle fabbriche.
Solo che il logorante impegno che il ring e gli allenamenti comporta, produce vittime: nel wrestling ce ne sono state troppe, con il conforto di un'America che vuole la botte piena e la moglie ubriaca. Cinque sei partite di hockey, di basket, di baseball, almeno una quindicina di house show di wrestling nei quali i wrestler devono essere perfetti, tirati a lucido e in forma smagliante. Se no lo show non è credibile.
La cosa che mi fa un po' schifo del nostro paese, e che giudico in questo senso profondamente ipocrita, è che le cose possono piacere o non piacere, comprese o no, interessare o meno. Ma, chissà perché, hanno un senso solo se muovono denaro.
A me se una cosa non piace non la guardo. Se non la capisco ma mi interessa capirla, faccio uno sforzo per entrare in quel meccanismo.
La stragrande maggioranza del pubblico televisivo italiano non capisce il wrestling e non lo capirà mai: in compenso si riempie il cervello di ridicoli reality show che l'unica cosa di reale che hanno sono i dati di audience e il fatturato.
Dunque, con buona pace dei benpensanti del nostro paese siamo di nuovo pronti a sdoganare il wrestling che ora può tranquillamente andare in onda su Italia Due, con gli stessi identici commentatori di quando fu sospeso (Giacomo Valenti e Chris Recalcati) e sulla rete diretta da Luca Tiraboschi. Sì, non è un omonimo. E' proprio lo stesso che sospese il wrestling su Italia Uno.
Il che mi porta a pensare due cose: o improvvisamente "il wrestling è rientrato nei giusti canoni dello spettacolo e del divertimento", d'altronde il medico calabrese che due giorni dopo la tragedia di Benoit freddò moglie e due figli a colpi di pistola non aveva nulla a che fare con il ring, o the show must go on.
A patto che venda magliette e faccia ascolti.
Il canale di comunicazione è aperto: in molti mi chiedono 'perché mi sono occupato di quella stronzata americana che mi ha rovinato la carriera' quando lavoravo a Sportitalia ed ero un apprezzato (credo) telecronista su Sky. Sono pronto a rispondere. Alle persone che abbiano davvero voglia di capire.
Il wrestling non ha tolto niente alla mia carriera e alla mia professionalità: mi ha divertito, appassionato e avvicinato a migliaia di persone che non ho mai sentito così vicino parlando di calcio o altro. Mi ha fatto tornare ragazzino, fan tra i fan, senza stress e tensioni, senza paure, costringendomi a inventare il mio ruolo. E se mi ha tolto qualcosa, magari il rispetto di qualche collega impettito che con certe cose non si mischia, che non sta bene, non me ne può fregare di meno.
Pubblicato da Stefano Benzi
 
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Non credo ci siano parole che possano descrivere completamente la sapienza che c'è in questo articolo... :clap:
 
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CITAZIONE (Hunter 95 @ 28/8/2011, 15:52) 
Non credo ci siano parole che possano descrivere completamente la sapienza che c'è in questo articolo... :clap:

a parte la grande ammirazione che provo per il professionista stefano benzi io sono un grandissimo estimatore per l' uomo e padre che stefano benzi è. lo reputo il maggior esperto italiano di wrestling e credo che nessuno mi possa far cambiare idea su di lui.
 
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CITAZIONE (Stontonaus @ 28/8/2011, 15:55) 
CITAZIONE (Hunter 95 @ 28/8/2011, 15:52) 
Non credo ci siano parole che possano descrivere completamente la sapienza che c'è in questo articolo... :clap:

a parte la grande ammirazione che provo per il professionista stefano benzi io sono un grandissimo estimatore per l' uomo e padre che stefano benzi è. lo reputo il maggior esperto italiano di wrestling e credo che nessuno mi possa far cambiare idea su di lui.

Anche se lo conosco solo per sentito dire credo che,leggendo anche questo articolo,non ti si può proprio dar torto.
 
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Benzi non è certo il più grande conoscitore del wrestling in Italia come detto da Ston, ma si può definire come il "most improved", la vera rivelazione, grazie alla sua grande umanità e della sua estrema intelligenza.

Quando Stefano Benzi ha cominciato la sua avventura col wrestling nel 2004, non sapeva quasi nulla sul prodotto. Al massimo avrà visto qualche show quando era ragazzino quando commentava Dan Peterson ma sicuramente niente di più. Lo so benissimo perchè sono stato uno dei primi a seguire il suo programma, WWE News, e si vedeva che Benzi era poco più che un appassionato come noi.

Ma a differenza dei suoi "colleghi" (se vogliamo chiamarli così) Valenti e Recalcati, Benzi ha condotto il programma con una passione immensa. A parte la sua immensa cortesia verso i telespettatori (nei primi anni Benzi rispondeva in diretta alle lettere e alle e-mail dei fan), Benzi con tanta passione ha studiato la disciplina e con il passare del tempo è diventato un grande conoscitore di wrestling. Non IL conoscitore, ma sicuramente più dei suoi già citati "colleghi" che dopo 8 anni continuano a vedere il wrestling come lo show in cui personaggi al confine tra i supereroi dei fumetti e i protagonisti dei cartoni animati, si danno delle botte [cit. Tiraboschi]

Ma non è tutto, Benzi infatti non solo si è impegnato a conoscere il wrestling (e dal post sopra si può capire che livelli di conoscenza abbia raggiunto) ma lo ha anche INSEGNATO a coloro che lo seguivano, e qui parliamo di un caso unico nella televisione italiana, ma forse anche mondiale. Guardiamo i commentatori di Sky, che con il passare degli anni si sono montati la testa e si sono creati gimmick a dir poco idiote e lo show di wrestling si è lentamente trasformato in un "Posa & Franchini Show" dove i due ci mettevano al corrente delle loro "prestazioni" a letto. Benzi invece non si è perso in queste cose e ha continuato a fare il suo lavoro, educando i suoi fan. Per farvi capire, mentre per alcuni "colleghi" la catchphrase era "Vooooooooooooooola" o "Pem, Ripem e Strapem", l'unica catchphrase di Stefano Benzi era "Massimo Rispetto". Direi che ho detto tutto.

Anzi no, aggiungo un'ultima cosa. Forse non è la prima volta che lo sentite dire da me, ma devo ringraziare Stefano Benzi. Perchè è vero che quando ho cominciato a seguire WWE News già guardavo il wrestling da oltre un anno, ma è anche vero che con Benzi ho cominciato a guardare il wrestling con un occhio diverso. Si può che, un pò come CM Punk che si dichiara un discepolo di Paul Heyman, io sono un discepolo di Stefano Benzi.
 
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CITAZIONE (lonark @ 28/8/2011, 17:17) 
Benzi non è certo il più grande conoscitore del wrestling in Italia come detto da Ston, ma si può definire come il "most improved", la vera rivelazione, grazie alla sua grande umanità e della sua estrema intelligenza.

Quando Stefano Benzi ha cominciato la sua avventura col wrestling nel 2004, non sapeva quasi nulla sul prodotto. Al massimo avrà visto qualche show quando era ragazzino quando commentava Dan Peterson ma sicuramente niente di più. Lo so benissimo perchè sono stato uno dei primi a seguire il suo programma, WWE News, e si vedeva che Benzi era poco più che un appassionato come noi.

Ma a differenza dei suoi "colleghi" (se vogliamo chiamarli così) Valenti e Recalcati, Benzi ha condotto il programma con una passione immensa. A parte la sua immensa cortesia verso i telespettatori (nei primi anni Benzi rispondeva in diretta alle lettere e alle e-mail dei fan), Benzi con tanta passione ha studiato la disciplina e con il passare del tempo è diventato un grande conoscitore di wrestling. Non IL conoscitore, ma sicuramente più dei suoi già citati "colleghi" che dopo 8 anni continuano a vedere il wrestling come lo show in cui personaggi al confine tra i supereroi dei fumetti e i protagonisti dei cartoni animati, si danno delle botte [cit. Tiraboschi]

Ma non è tutto, Benzi infatti non solo si è impegnato a conoscere il wrestling (e dal post sopra si può capire che livelli di conoscenza abbia raggiunto) ma lo ha anche INSEGNATO a coloro che lo seguivano, e qui parliamo di un caso unico nella televisione italiana, ma forse anche mondiale. Guardiamo i commentatori di Sky, che con il passare degli anni si sono montati la testa e si sono creati gimmick a dir poco idiote e lo show di wrestling si è lentamente trasformato in un "Posa & Franchini Show" dove i due ci mettevano al corrente delle loro "prestazioni" a letto. Benzi invece non si è perso in queste cose e ha continuato a fare il suo lavoro, educando i suoi fan. Per farvi capire, mentre per alcuni "colleghi" la catchphrase era "Vooooooooooooooola" o "Pem, Ripem e Strapem", l'unica catchphrase di Stefano Benzi era "Massimo Rispetto". Direi che ho detto tutto.

Anzi no, aggiungo un'ultima cosa. Forse non è la prima volta che lo sentite dire da me, ma devo ringraziare Stefano Benzi. Perchè è vero che quando ho cominciato a seguire WWE News già guardavo il wrestling da oltre un anno, ma è anche vero che con Benzi ho cominciato a guardare il wrestling con un occhio diverso. Si può che, un pò come CM Punk che si dichiara un discepolo di Paul Heyman, io sono un discepolo di Stefano Benzi.

questo è quello che mi piace sentire. non sapevo dell' ignoranza di benzi all' inizio della sua avventura nel mondo del wrestling e questo da la giusta forma di quello che ha rappresentato il wrestling per stefano benzi. si badi bene non stefano benzi per il wrestling ma bensi il wrestling per stefano benzi. sapere che un appassionato della disciplina, da perfetto novizio, ne apprende strada facendo i rudimenti facendoli propri e cercando di insegnarli a tutti fa di lui, secondo il mio modesto parere, uno dei maggiori esperti italiani. poi sapere che milioni di ragazzi preferiscono il suo modo di condurre la gente nel mondo wrestling piuttosto che sentirsi dire cacchiate in stile posa& franchini o recalcati&valenti allora ben vengano gli ignoranti del wrestling.
 
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Sono riuscita a leggere tutto solo ora ^^
Comunque... io purtroppo non mi sono trovata con quel programma, o forse non sapevo che esistesse, non lo so, però non conoscevo quest'uomo... Ma adesso sono felice di sapere che esiste e contentissima di aver letto le sue parole.

Comunque io penso che alla fine ciò che i BAMBINI (parliamo di persone la cui età va dall'essere neonato fino ai 13-14 anni) dovrebbero guardare in TV sono i cartoni animati, i canali di musica volendo, e qualche telefilm adolescenziale, io più di questo non gli farei vedere. Anche perchè io un bambino non è che lo metterei 15 ore al giorno davanti al televisore... Poi se voglio permettergli di vedere anche il wrestling mi ci metto io vicino e gli spiego cose che deve sapere, gli faccio vedere il tutto da una prospettiva più allettante e appassionante. Qui hanno paura che i bambini diventino violenti a furia di vedere il wrestling e poi gli fanno vedere film ben più cruenti e disgustosi. Insomma sono i genitori che si devono dare una svegliata, mica i ragazzi! -.- Certo poi dev'essere anche il ragazzo a capire che è meglio non provare a fare un dropkick se non sa farlo ma quello penso sia ovvio...

Comunque, in definitiva, io Mr. Benzi me lo sposerei per ogni singola parola spesa e detta e per l'affetto evidente versato in ogni lettera. Speriamo che chi di dovere capisca il vero significato delle sue parole.
 
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vedi ash io ho un figlio di quasi 5 anni e una di 2. tempo fa parlavamo con pide, psy ed ellen di un tragico incidente che riguardava un bimbo americano di 8 anni. passava dalle 6 alle 8 ore a giocare a sd vs raw e si era talmente immedesimato nella figura ludica di jeff hardy da lanciarsi dal tetto di casa sua come faceva il suo eroe. in italia presero questo tragico fatto come spunto per attaccare il wrestling in quanto vettore di violenza, non fermandosi a considerare che forse lasciare un bambino di 8 anni da solo davanti la play per 8 ore poteva creare un disturbo che poco aveva a che fare con il wrestling. prendiamo ad esempio che invece di giocare a sd vs raw giocasse a spiderman, che si arrampica per i palazzi, si lancia nel vuoto e compie tutta una serie di evoluzioni altamente pericolose. secondo voi il bimbo era in grado di distinguere una senton di jeff da un volo sui gratacieli compiuto da peter parker?
stefano benzi tutto questo lo aveva capito e cercava in modo molto gentile e propositivo, specie verso i bambini, di far amare il wrestling spiegandone il perche si doveva guardare ma non si doveva fare. se non in palestre idonee seguiti da professionisti del settore che potessero insegnarti a fare wrestling in modo sicuro e divertente.
ed è questo il messaggio che nel nostro piccolo io, pide, psy e tutti quelli che credono in questa missione cerchiamo di trasmettere.
se mio figlio vuole vedere il wrestling a me fa piacere, ma glielo permetterò solo se io potrò mettermi al suo fianco a spiegargli il bello della disciplina.
 
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Jason B
view post Posted on 28/8/2011, 23:20




CITAZIONE (Stontonaus @ 29/8/2011, 00:08) 
vedi ash io ho un figlio di quasi 5 anni e una di 2. tempo fa parlavamo con pide, psy ed ellen di un tragico incidente che riguardava un bimbo americano di 8 anni. passava dalle 6 alle 8 ore a giocare a sd vs raw e si era talmente immedesimato nella figura ludica di jeff hardy da lanciarsi dal tetto di casa sua come faceva il suo eroe. in italia presero questo tragico fatto come spunto per attaccare il wrestling in quanto vettore di violenza, non fermandosi a considerare che forse lasciare un bambino di 8 anni da solo davanti la play per 8 ore poteva creare un disturbo che poco aveva a che fare con il wrestling. prendiamo ad esempio che invece di giocare a sd vs raw giocasse a spiderman, che si arrampica per i palazzi, si lancia nel vuoto e compie tutta una serie di evoluzioni altamente pericolose. secondo voi il bimbo era in grado di distinguere una senton di jeff da un volo sui gratacieli compiuto da peter parker?
stefano benzi tutto questo lo aveva capito e cercava in modo molto gentile e propositivo, specie verso i bambini, di far amare il wrestling spiegandone il perche si doveva guardare ma non si doveva fare. se non in palestre idonee seguiti da professionisti del settore che potessero insegnarti a fare wrestling in modo sicuro e divertente.
ed è questo il messaggio che nel nostro piccolo io, pide, psy e tutti quelli che credono in questa missione cerchiamo di trasmettere.
se mio figlio vuole vedere il wrestling a me fa piacere, ma glielo permetterò solo se io potrò mettermi al suo fianco a spiegargli il bello della disciplina.

Piccolo esempio:

Se per questo ragazzi la gente cerca di censurare giochi di guerra come il gioco Medal of Honor perchè era troppo violento per i ragazzini

Ma vorrei ricordare a queste famiglie che nei giochi c'è un limite di età grosso quanto una casa.. se c'è scritto + 18 e lo vai a comprare ad un ragazzino di 8 anni allora la colpa non è del gioco ma di chi lo fa comprare : Thumbup :
Qui e la stessa cosa.. qui non e la colpa del bambino che esegue la mossa e si fa male..
qui il problema sta nel famigliare che non spiega quello che stanno vedendo..

so che l'esempio può sembrare insensato( come me che sn insensato :ahah: )
Ma qualcosa di saggio o interessante nel mio post riusciamo a trovarlo ;)
 
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view post Posted on 28/8/2011, 23:35
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Michael Alunni Bernardini
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Bellissimo articolo di Stefano Benzi,io ho visto tutte le puntate di WWE News,magari tutti come lui capissero il vero significato del wrestling : Thumbup : : Thumbup :
 
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Jason B
view post Posted on 28/8/2011, 23:45




Stefano Benzi su sportitalia dava sempre il meglio di se uno di quelli che crede in questa disciplina come in pochi..
Mi ricordo ancora l'anno dove si faceva mandare tanti Banner.. sceglieva i migliori per mandarli a vedere le puntate che facevano in Italia bellissima cosa :clap: :clap: cosi facendo potava tanti persone a guardare il Wrestling sopratutto invogliava la gente a guardare il Wrestling in una prospettiva diversa..

Un pò come fa il Nostro Psycho su FB, anche lui cn il suo sito sta cercando di fare la medesima cosa.. : Thumbup :
Persone cosi ci vogliono come il Pane per portare alla luce una disciplina come il Wrestling molto sottovalutata da tutti..
 
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view post Posted on 28/8/2011, 23:48
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King Of The Ring 2023

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ho avuto il piacere e l'onore di conoscere Stefano Benzi di persona a Torino (con tanto di foto), una persona davvero alla mano e gentile!!! grande stefano!!!!!! questo articolo rispecchia in pieno la tua cultura per il wrestling
 
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Jason B
view post Posted on 28/8/2011, 23:50




Peccato che nn ha più la trasmissione su Sportitalia.. ma tempo fa Kurt mi ha spiegato il motivo..
Peccato veramente, perchè ora cn il ritorno in italia della WWE su Italia 2.. serviva una trasmissione come quella di stefano Benzi per far capire meglio ai giovani che si affacciano adesso a questa disciplina...
Far capire ai giovani la difficoltà nel sollevare questi atleti( come lo spiegava lui) quando si alzava dal bancone per farti vedere i punti chiave su come si dovevano sollevare.
Su dove si doveva fare più pressione, su come sollevandolo nel modo sbagliato potevi farti male.. facendo capire ai ragazzi di nn farlo perchè era pericoloso..
: Thumbup :
 
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view post Posted on 29/8/2011, 07:53
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CITAZIONE (Stontonaus @ 29/8/2011, 00:08) 
vedi ash io ho un figlio di quasi 5 anni e una di 2. tempo fa parlavamo con pide, psy ed ellen di un tragico incidente che riguardava un bimbo americano di 8 anni. passava dalle 6 alle 8 ore a giocare a sd vs raw e si era talmente immedesimato nella figura ludica di jeff hardy da lanciarsi dal tetto di casa sua come faceva il suo eroe. in italia presero questo tragico fatto come spunto per attaccare il wrestling in quanto vettore di violenza, non fermandosi a considerare che forse lasciare un bambino di 8 anni da solo davanti la play per 8 ore poteva creare un disturbo che poco aveva a che fare con il wrestling. prendiamo ad esempio che invece di giocare a sd vs raw giocasse a spiderman, che si arrampica per i palazzi, si lancia nel vuoto e compie tutta una serie di evoluzioni altamente pericolose. secondo voi il bimbo era in grado di distinguere una senton di jeff da un volo sui gratacieli compiuto da peter parker?
stefano benzi tutto questo lo aveva capito e cercava in modo molto gentile e propositivo, specie verso i bambini, di far amare il wrestling spiegandone il perche si doveva guardare ma non si doveva fare. se non in palestre idonee seguiti da professionisti del settore che potessero insegnarti a fare wrestling in modo sicuro e divertente.
ed è questo il messaggio che nel nostro piccolo io, pide, psy e tutti quelli che credono in questa missione cerchiamo di trasmettere.
se mio figlio vuole vedere il wrestling a me fa piacere, ma glielo permetterò solo se io potrò mettermi al suo fianco a spiegargli il bello della disciplina.

Sì ma infatti, adesso che c'è il televisore, il computer, il cellulare e cose varie i genitori lasciano i figli a questa roba e amen; ma come dice il signor Benzi non è la televisione che deve educare! Certo, non deve neppure propinare roba indecente e irrispettosa (cosa che effettivamente fa) ma nemmeno è il suo compito educare i ragazzi. I genitori a cosa servono? A spillare soldi? Voglio dire, io ho 18 anni e ho i limiti d'orario sulle ore da passare al pc perchè se no i miei mi mangiano, figuratevi quando ero piccola se il pc potevo anche solo vederlo ahahahaha xD

CITAZIONE (Jason B @ 29/8/2011, 00:20) 
Piccolo esempio:

Se per questo ragazzi la gente cerca di censurare giochi di guerra come il gioco Medal of Honor perchè era troppo violento per i ragazzini

Ma vorrei ricordare a queste famiglie che nei giochi c'è un limite di età grosso quanto una casa.. se c'è scritto + 18 e lo vai a comprare ad un ragazzino di 8 anni allora la colpa non è del gioco ma di chi lo fa comprare : Thumbup :
Qui e la stessa cosa.. qui non e la colpa del bambino che esegue la mossa e si fa male..
qui il problema sta nel famigliare che non spiega quello che stanno vedendo..

so che l'esempio può sembrare insensato( come me che sn insensato :ahah: )
Ma qualcosa di saggio o interessante nel mio post riusciamo a trovarlo ;)

Ma infatti! E' quello che penso anche io!
Concordo pienamente con te. Poi ci sono giochi e programmi ben peggiori del wrestling suvvia; anche i cartoni animati adesso sono diventati quasi sadici... (vabbè non parliamo dei cartoni che ormai con tutte le censure che ci sono... -.-) comunque, secondo me sono tutte idiozie quelle che hanno detto sul fatto che il wrestling non doveva più esser messo in visione perchè poteva far male alla mente del bambino, secondo me credevano poco nel prodotto e basta. In Italia c'è questa mentalità del: tanto sono botte finte, che lo vedi a fare?

Loro pensano che gli incontri siano fatti così, a caso, senza un motivo, che ci siano solo match senza una storia, senza dei personaggi ben costruiti. Personaggi che odi e che ami. Saranno anche botte finte, ma sono colpi veri, allenamenti veri e infortuni veri (spesso). Chi lavora in questo settore ci dedica la vita, il corpo, il sangue e la salute. Edge ha rischiato di rimanere paralizzato, molti sono morti. Alcuni sono morti anche perché cercavano di fare qualcosa di più bello del solito, di più "in grande". Tipo Owen Hart, morto perchè aveva voluto fare un'entrata più elaborata, più bella. E ci ha rimesso la vita. Oppure Mike Foley nelle vesti di Mankind che in uno splendido Hell in a Cell Match contro Undertaker si è praticamente distrutto! Ma queste cose è inutile pure spiegarle ribatteranno sempre col fatto che sono lotte finte. Com'è che si dice? Ah, sì.
"Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire".

Edited by Ashley; - 29/8/2011, 09:52
 
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Jason B
view post Posted on 29/8/2011, 08:49




Concordo cn Ashley, più o meno la pensiamo uguale
Ma se hanno tempo vorrei sapere il Parere di tutti,sopratutto di Psycho,Attila e Pide.. sono curioso di sapere cosa ne pensano :unsure:
 
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34 replies since 28/8/2011, 14:45   428 views
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