CITAZIONE (Lonark @ 21/4/2015, 11:10)
Ripeto, secondo me si pensa e si discute troppo sulle questioni: "Aprire le frontiere", "Chiudere le frontiere", "Accoglierli", "Non accoglierli", "Prendere le impronte digitali", "Vedere quanto ce l'hanno lungo" e cavolate varie e senza pensare che il problema sta alla radice!!!
Lo so che il mio post era lungo, ma io ho pensato e detto che il problema sta alla radice, valuta tu stesso:
CITAZIONE (PsychoCMD @ 20/4/2015, 13:32)
Proviamo ad applicare l'analisi del "problem solving":
CITAZIONE
2. definizione del problema
3. analisi del problema e divisione in sottoproblemi
DEFINIZIONE DEL PROBLEMA...fuga da paesi devastati da povertà, criminalità, regimi politici spietati e guerre...
ANALISI DEL PROBLEMA E DIVISIONE IN SOTTOPROBLEMIPer sintetizzare, quando in un paese ci sono condizioni sovrumane, risulta quasi disumano pensare di chiudere le frontiere e dire agli abitanti (tra cui donne e bambini) "morite nel paese vostro". E' anche vero che la soluzione DEVE partire da misure locali che stabilizzino la situazione politica e l'economia, perchè la fuga aumenta i problemi di chi resta. Il vero problema pertanto è permettere che questi paesi abbiano condizioni economiche e sociali INACCETTABILI
Piano di accoglimento e integrazione territoriale e sociale per rifugiati politici, perseguitate, vittime di guerra e immigrati provenienti da paesi non-UE in genere...Fermo restando che non può esistere una soluzione definitiva al problema che non preveda importanti investimenti e interventi sui paesi devastati da guerre o da regimi incapaci di garantire i basilari diritti dell’uomo...
E' anche vero che fino a quando non completi l'opera di "pulizia" devi comunque risolvere il problema della immigrazione, non potendola fermare...
CITAZIONE (Lonark @ 21/4/2015, 11:10)
E' così difficile rendere la Libia un posto abitabile? E' così difficile cacciare l'ISIS che non credo abbiano la forza che vogliono far credere di avere? La prima cosa da fare è dare un motivo ai libici per non scappare!!!
In realtà ci sono libici, siriani e non solo. E si, è così difficile. Basta guardare cosa è successo in Vietnam o in tempi più recenti in Afghanistan o in Iraq, dove si pensava che si aveva a che fare con minuscoli gruppetti militari o paramilitari.
Purtroppo questi fenomeni sono diffusi, pensa ai vari inglesi e italiani che si uniscono all'ISIS (!!!), e poi è una lotta impari, un pò come tra polizia e criminali. Se un criminale spara ad un poliziotto è "normale", se un poliziotto spara ad uno che non si ferma ad un controllo è "tortura", "abuso di potere", "violenza inaudita". Il criminale spara direttamente al poliziotto, il poliziotto deve verificare che il criminale sia armato, che l'arma sia carica, che la sicura sia tolta e che gli sia puntata contro, quindi deve intimare l'altolà e sparare in alto...
Quando la guerra è impari, l'esercito più debole diventa inaspettatamente più forte. Se i terroristi dell'ISIS si nascondono in campi con minorenni (un pò come quando i mafiosi si nascondo nelle vele di Scampia) e se quando arrivano i militari madri e figli escono in strada a fermare i carrarmati, (così come a Napoli aggrediscono i Carabinieri) mentre "loro" attaccano senza pietà e anzi con più gusto obiettivi civili... Si, rende tutto difficile.
Se si volesse semplificare occorrerebbe avere una azione militare di "inaudita violenza", non garantire "diritti universali", mettere in conto NUMEROSE perdite tra i civili e in pratica dimostrare a tutti che "se non ti posso debellare, bombardo tutto con il Napalm e vi ammazzo tutti... e poi ripopolo"... Ma chi lo farebbe? E chi non protesterebbe nel "mondo civile"???