CAP. 3 “IL CONTRATTO”
Davide si stava asciugando il sudore. Ormai aveva fatto quello che doveva fare, e stava per rivestirsi. Intanto i giudici erano saliti sul ring per vedere come stava Henry.
- Signor Herny! Sta bene? Riesce ad alzarsi? - disse uno dei giudici.
Henry si rimise in piedi in pochi secondi, ancora stordito. Non credeva ai suoi occhi, ma allontanò i giudici, scese dal ring e si avvicinò a Davide, seduto nella prima fila.
- Mi hai sconfitto, e oltretutto con me che andavo al massimo. Hai vinto su tutta la linea. - disse Henry.
- Non direi. - disse Davide, continuando ad asciugarsi e prendendo dalle mani di Miss Collins una bibita energetica appena portata da lei. - Non sei andato al massimo da subito, all’inizio pensavi ancora alla batosta che ho rifilato a quel russo. Però dopo le mie spallate ti sei reso conto che ti dovevi impegnare, ma era tardi... -
- Pazzesco, è incredibile di come tu ti sia accorto di tutto questo durante il match... - disse Henry, guardando a terra, come rassegnato.
- Nah... In realtà io osservo molto. Studio i comportamenti dei miei avversari e agisco di conseguenza. Ho visto che eri stupito dal mio match, e ne ho semplicemente approfittato. Vincendo. - disse Davide.
- Bè, comunque ho perso, e ti ho promesso che farò di tutto per aiutarti ad ottenere un contratto saltando direttamente Nxt. - disse Henry.
- Questa cosa è impossibile. - disse Davide. - So bene che le decisioni le prende solo il grande capo, e che una spacconata del genere non sarà mai accettata. Ho comunque fatto vedere di cosa sono capace. Peccato... - Dopo aver detto questo abbassò la testa e si mise a pensare.
L’ascensore si aprì. Tutti rimasero senza parole vedendo chi era sceso, e non riuscivano a credere ai loro occhi.
Vince McMahon era arrivato nell’arena dei provini.
Con il suo passo singolare si avviò giù dalla rampa. Superato il ring, raggiunse Henry davanti a Davide.
- Mister McMahon, io... - cercò di dire Henry.
- Non dirmi nulla, Mark, ho visto tutto tramite le telecamere del mio ufficio. Sono qui per lui. - detto ciò indicò Davide.
- Strabiliante. - disse Vince. - Questo sì che è un provino come si deve! Tu ora mi seguirai nel mio ufficio, e la dirigente e Mark ci seguiranno. - Poi si rivolse ai giudici. - Qui continuate, vedrò la registrazione dopo. -
- Dice sul serio? - disse Miss Collins.
- Su questo non scherzo, è sicuro! Voglio parlare di alcune cose con Davide. - disse.
Miss Collins si tuffo tra le braccia di Davide. - Ce l’hai fatta! Ce l’hai fatta! - urlò come una ragazzina, per poi capire la situazione e ricomporsi.
Davide sorrise, poi si mise la maglietta e seguì Vince verso l’ascensore.
In lontananza i giudici ripresero il loro lavoro, e Davide sentì chiamato il suo numero, e si fermò di scatto.
- Scusate! - urlò. -Potreste dirmi contro chi avrei combattuto? -
I giudici estrassero un altro biglietto, e guardarono il numero.
- Il numero... 21! Igor. - dissero, stupiti.
Davide rise fragorosamente.
- Allora alla fine ho davvero svolto il provino! Ahahahahah- disse, per poi proseguire a camminare fino all’ascensore.
*
L’ascensore si fermò al 50esimo piano, e i 4 camminarono fino in fondo al corridoio, dove c’era un’enorme sala d’attesa, con una segretaria dietro ad una scrivania. Alla sua destra vi era una porta con il nome di Vince placcato sulla targhetta.
- Cindy, cancella tutti i miei appuntamenti, ho un ospite. - disse alla segretaria. Poi si diresse alla porta e la aprì, facendo entrare i 3 in un enorme studio. Li fece accomodare davanti alla scrivania, e poi si sedette sulla sua poltrona.
- Davide, voglio presentarmi, anche se so che sai chi sono. Io sono Vince McMahon, e sono il presidente della World Wrestling Enterteinment. Ho assistito da qui al provino, sia alla presentazione che a quello pratico, e sono rimasto strabiliato. Prima di arrivare a noi, permettimi di parlare con Mark, cosìcchè possa andare a riprendere il suo ruolo di giudice. - disse, per poi girarsi verso Henry. - Sei stato sconfitto, ma da te voglio sapere una cosa sola: hai combattuto seriamente? -
Henry voleva rispondere, ma poi ripensò alle parole di Davide. - Si, ma non da subito. Da quando lui mi ha steso la prima volta. - disse.
Vince sorrise.
- Bene, allora puoi andare, grazie mille. - disse.
- Tutto qui, non vuole sapere altro? - chiese.
- No Mark, so già tutto, anche della promessa che gli hai fatto. Ci penso io, tu vai. - gli disse.
Henry rimase stupito ma si alzò. Fece per andarsene, ma poi fece dietrofront, e andò da Davide, porgendogli la mano. Davide lo guardò, si alzò e gliela strinse.
- Ci vediamo sul ring. - disse Henry.
- Avrai la tua rivincita, ma perderai comunque. - disse Davide. Detto ciò, Henry lasciò la stanza.
- Bene. - disse Mister McMahon. - Ora voglio parlare con te, Davide. La tua abilità mi ha sorpreso, e anche la tua parlantina. Sei un personaggio perfetto, e sai bene che voglio proporti un contratto, se no non ti avrei chiamato qui... -
- Passi al dunque. Non ha tempo da perdere, no? - disse Davide.
- Deciso al punto. - disse Vince. - Bene, da quanto ho capito, tu hai sempre lottato così, andando contro ogni decisione. Dico bene? -
- Si, odio che ci siano delle storie che ti costringono a vincere o perdere. Preferisco che si lotti seriamente, e chi se lo merita vince. - disse Davide.
- E credi davvero che io possa firmarti un contratto del genere? Sai bene che il mondo del wrestling è fatto in questo modo, oggi si vince e domani si perde... - disse Vince.
- A me sta bene anche perdere, ma se ho lottato al massimo, non con un risultato già scritto. Sono anni che faccio così, e anche qui lo farò, cambierò queste stupide regole! - disse Davide, alzandosi in piedi.
- Tu, ragazzino, vieni a dire a me che le regole sono sbagliate? Non farmi ridere! Se io ti offrissi un contratto, tu lo firmeresti sottostando a queste regole! Ne sono certo! Un contratto milionario fa gola a chiunque, si fanno soldi facili, e scommetto che tu sei come tutti gli altri! Allora, firmeresti questo contratto? - disse, anche lui alzandosi in piedi.
- No! - disse Davide. - Io ho fatto una promessa, quella di lottare al massimo senza mai perdere! Non spezzerò questa promessa. Io credo fermamente in quello che faccio, e non mi farò piegare da tutto questo! Piuttosto torno a casa mia, che sottostare a queste regole! -
- Quindi mi stai dicendo che se io ti offrissi un contratto che ti permette di fare come vuoi, cioè senza risultati scritti, tu terresti fede a queste parole? - disse, guardandolo negli occhi.
- Si, perché ci credo! Combatterò senza limiti, e vincerò tutto! - urlò Davide.
- Oh yeah! Il contratto è tuo, ragazzo! -
Davide rimase stupito. Non credeva alle sue orecchie, e continuava a guardare Vince.
- Il contratto... è mio? - disse Davide, un po’ preso alla sprovvista.
- SI, ragazzo, mi hai convinto. Voglio vedere dove arriverai sfidando gli avversari sempre senza sapere il risultato, e quindi lottando al massimo. Se lo firmerai, partirari quando vuoi, dalla WWE! - disse Vince.
Davide sorrise, poi prese la penna e lo firmò. Strinse la mano a Mister McMahon.
- Bene ragazzo, voglio vederti qui domani. - disse Vince, per poi girarsi verso la dirigente. - Miss Collins, accompagni il ragazzo alle stanze dell’albergo qui di fronte, e domani si presenti qui anche lei. -
- Anche io? Non ne capisco il perché... - disse la dirigente, un po’ disorientata.
- Bè, le voci che giravano tra dirigenti erano vere, se qualcuno mi avesse portato un talento puro, lo avrei premiato. E lei è appena diventata la mia assistente! - disse.
Miss Collins quasi svenì. Sentire quelle parole la fecero rimanere di sasso, incapace di dire qualsiasi cosa.
- Ora però accompagni il nostro ragazzo, io ho tanto lavoro da fare! - disse, facendo uscire i due dall’ufficio.
*
- Sconvolgente. - disse Vince, pochi minuti dopo che i due lasciarono lo studio. Era davanti alla finestra del suo ufficio e guardava fuori. - Se quel ragazzo si da da fare mi sa che la wwe entrerà in una nuova era! -
