Faccio una lunga ma doverosa premessa: un paio di settimane fa stavo guardando uno show della DDT. Seguo numerose federazioni di wrestling giapponesi, alcune di più ed altre di meno, e la DDT è una delle compagnie che seguo in maniera più casuale. Guardo i match e conosco i wrestler più importanti, ma non sono a conoscenza di tutti i singoli dettagli o i retroscena attorno alla compagnia o a questo show in particolare. Per cui, quando arriva il momento del main event, avviene qualcosa che mi lascia molto sorpreso. Debutta un nuovo wrestler, che di nome fa Kaisei Takechi. Fino a qui nulla di strano, ma quello che mi colpisce è che il debuttante viene accolto dal boato del pubblico. E a questo punto inizio a notare un particolare importante: tra i 1600 spettatori che hanno gremito l'arena, più della metà sono donne. Per la maggior parte dell'evento non si erano fatte sentire più di tanto, ma ora all'improvviso hanno iniziato ad essere molto rumorose, urlando ripetutamente "Kaisei!" e in generale reagendo con delle urla squillanti ad ogni singola mossa del debuttante, anche la più banale, creando un'atmosfera surreale per uno show di wrestling, di solito dominato da un pubblico maschile. Il 6-Men Tag Team Match alla fine è un discreto incontro di 20 minuti, e la prestazione di Kaisei Takechi è buona, se consideriamo che questo è il primo match della sua carriera. Ma di sicuro la cosa più memorabile di questo incontro è e rimarrà l'atmosfera diversa dal solito. Dopo lo show faccio qualche ricerca su internet e vengo a così a sapere di quei dettagli e retroscena di cui non ero a conoscenza mentre stavo guardando lo show: Kaisei Takechi è un membro dei "The Rampage", un gruppo J-Pop giapponese composto da 3 cantanti e 13 ballerini che esegue una musica coreografata da danza moderna e hip-hop. Il gruppo può vantare milioni di visualizzazioni, 2 dischi d'oro e 2 MTV Music Awards, per cui non è sorprendente che Kaisei Takechi abbia attirato molti spettatori ad uno show di wrestling. Dopotutto Kaisei in Giappone è una superstar alla pari di quanto lo potrebbe essere un ballerino di "Amici" in Italia.
Ma la cosa che mi ha fatto più riflettere in tutta questa storia è che nel mondo del wrestling viene fin troppo sottovalutato il potenziale e l'impatto che può avere il pubblico femminile. Lo show della DDT, senza la presenza di Kaisei Takechi, avrebbe avuto la metà degli spettatori. La AEW, con il suo wrestling brutto, sporco e cattivo, ha alienato la maggioranza del suo pubblico femminile, e solo di recente, con l'acquisizione di Mercedes Moné, si sta per lo meno cercando di cambiare rotta. E anche la WWE, pur avendo un maggior numero di donne sugli spalti, rimane comunque una federazione in cui 7 spettatori su 10 sono uomini, forse anche 8 su 10. E un paio di giorni fa, proprio mentre stavo considerando se scrivere un articolo sull'argomento, perfino il presidente della NJPW Hiroshi Tanahashi è intervenuto sulla questione, durante un'intervista. Queste sono le sue dichiarazioni: "Se arrivasse un wrestler bello, super atletico, intelligente e che sembra essere in grado di attrarre le ragazze, la popolarità del business potrebbe salire ad un altro livello. La New Japan vuole seguire questa tendenza e diventare popolare grazie alla sua immagine di avere un gran numero di fan femminili. Anche tenendo conto di questo, vorrei continuare a prendere diverse misure, come il rafforzamento dell'aspetto visivo, la creazione di articoli di abbigliamento con design accattivanti e facili da indossare, in modo da creare un ambiente in cui la NJPW possa produrre nuove superstar in qualsiasi momento". Non so se Tanahashi, esattamente come me, sia stato ispirato da ciò che è successo in DDT, ma in ogni caso ha assolutamente ragione. A qualcuno potrà non piacere quello che sto per dire, ma nel wrestling non è importante solo saper combattere, fare dozzine di salti mortali o atterrare sulle puntine da disegno, sul filo spinato o sulle lastre di vetro. Nel wrestling è molto importante anche l'aspetto fisico dei wrestlers e le storie costruite attorno a loro, perché sono quel tipo di contenuto che attrae il pubblico femminile. Poco fa ho menzionato "Amici" e non l'ho fatto per caso, dato che i talent show sono molto seguiti dal pubblico femminile. Se ci pensiamo bene, in qualsiasi tipo di talent show, le performance dei cantanti o dei ballerini sono davvero l'attrazione principale dello show? Forse in minima parte lo sono, ma diciamo la verità: la vera attrazione di questi programmi sono le "storyline" che coinvolgono i concorrenti nel ruolo di babyface e i professori/giudici nel ruolo di monster heel. E non è un caso che la maggior parte dei concorrenti siano dei bravi ragazzi di bell'aspetto, mentre i professori/giudici siano brutti, vecchi e antipatici. Il wrestling dovrebbe seguire lo stesso esempio di questi talent show. Per alcuni può sembrare una bestemmia, un'eresia, ma il bene del business è più importante della preferenza personale, soprattutto nel wrestling giapponese che attualmente è in difficoltà a causa della crisi economica locale. Inoltre, nella storia del wrestling esistono già un paio di casi in cui il business ha proliferato proprio grazie alla presenza del pubblico femminile.
Nel 1983 la compagnia di wrestling numero uno negli Stati Uniti non era la WWF. Hulkamania sarebbe iniziata solo l'anno successivo, e al contrario la federazione di Stamford stava attraversando un periodo delicato a causa di Bob Backlund, che nel 1983 era WWF Champion ormai da 5 anni consecutivi. Nonostante fosse un face, Backlund era fortemente disprezzato dal pubblico di New York, che lo considerava un buco nero di carisma e un wrestler troppo all'antica per gli standard degli anni '80. Il 1983 sarebbe stato un anno fallimentare per la WWF, se non fosse stato per la faida tra Jimmy Snuka e Don Muraco (quella con la leggendaria Superfly Splash dalla cima della gabbia) che salvò la baracca prima dell'inizio del boom nel 1984. Ma tornando al discorso iniziale, qual era la compagnia di wrestling numero uno negli USA nel 1983? E qui entra in gioco la World Class Championship Wrestling (WCCW), federazione texana appartenente alla famiglia Von Erich. Qualcuno potrebbe argomentare che la NWA fosse più popolare a livello nazionale, ed effettivamente lo era, ma nello stato del Texas la WCCW faceva numeri che nessun'altra federazione era in grado di fare in quel periodo, con le arene che sfioravano quota 20.000 spettatori con una regolarità mensile. E la maggior parte di quei 20.000 spettatori erano donne. Per una fortunata coincidenza, gran parte della storia della WCCW e della famiglia Von Erich è già stata documentata di recente nel film hollywoodiano "The Iron Claw", per cui mi limiterò a parlare dell'argomento pertinente all'articolo: i fratelli Kevin, David e Kerry Von Erich erano dei discreti wrestler, ma non erano certo delle wrestling machines che sfornavano match a 5 stelle. Da quel punto di vista erano senza alcun dubbio inferiori ad altri wrestler dell'epoca come Ric Flair, Dusty Rhodes e Harley Race. I punti forti dei fratelli Von Erich sono il fatto che fossero giovani poco più che ventenni, di bell'aspetto, fisicati, carismatici e soprattutto bravi ragazzi che combattevano senza mai commettere una scorrettezza. Di fronte a questi fattori, il livello del lottato aveva ben poca importanza, perché era più che abbastanza per soddisfare le ragazze tra i 15 e i 30 anni che riempivano le arene. E chissà cosa sarebbe successo se la famiglia non si fosse auto-distrutta...
Il secondo esempio avviene nello stesso periodo, ma in un altro continente, un'altra cultura e un altro genere di wrestling, dimostrando che esistono più modi per attrarre il pubblico femminile. Siamo in Giappone e la compagnia protagonista è la All Japan Women (AJW), una federazione joshi, o di wrestling femminile per usare termini più semplici. Senza entrare troppo nei dettagli, la AJW aveva già ottenuto un discreto successo tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80, con il pubblico nelle arene che raggiungeva comodamente il migliaio in numerose occasioni, arrivando a 5000 durante gli eventi più importanti. Ma il vero boom avviene durante a partire dal 1984, e in particolare durante il feud tra le Crush Gals e l'Atrocious Alliance, o meglio tra le leader carismatiche delle due fazioni, Chigusa Nagayo e Dump Matsumoto. Chigusa Nagayo è la underdog definitiva, la brava ragazza che non si arrende mai, che grazie ad una parellela carriera musicale è riuscita a raggiungere il successo mainstream, vendendo centinaia di migliaia di dischi e diventando l'idola di una vera e propria armata di ragazzine e giovani adulte. Dump Matsumoto, al contrario, è una classica bulla della scuola superiore, con i suoi capelli trasandati, il suo facepaint e il suo kendo stick con cui terrorizza non solo le avversarie, ma anche gli arbitri, i commentatori e il pubblico. Il suo look fu di ispirazione per molte wrestler della generazione successiva, tra cui la recentissima introdotta nella WWE Hall of Fame Bull Nakano, che iniziò la sua carriera proprio come discepola di Dump Matsumoto nell'Atrocious Alliance. Ancora una volta, il dettaglio più importante da sottolineare è che Chigusa e Dump, pur essendo buone wrestler, non erano certamente le migliori del roster. Le eccellenze della AJW sul lato in-ring di quel periodo erano Devil Masami, Jaguar Yokota e Lioness Asuka. Ma durante i match che coinvolgevano Chigusa e Dump, che siano match singoli o Tag Team, si respirava un'atmosfera drammatica che trascendeva il livello del wrestling lottato, un po' come in Hogan vs André o in Hogan vs Rock, con l'unica differenza che in AJW il pandemonio era provocato da un pubblico di donne. E parliamo di un pubblico numerosissimo, visto che, durante il picco della faida, gli show venivano seguiti da 13 milioni di telespettatori, con dei ratings superiori al 12.0 (la puntata più vista di Monday Night Raw ha avuto un rating di 8.1). Se non avete mai visto nulla del genere, vi consiglio di andare a cercare i match su YouTube, in particolare i due Hair vs Hair Match in cui le due wrestler hanno messo in palio i loro capelli, il primo avvenuto nell'Agosto 1985 e il secondo nel Novembre 1986. Ne vale la pena, anche solo per assistere alle reazioni del pubblico. In quanto alla AJW, la compagnia continuò ad avere successo per il resto degli anni '80 e buona parte degli anni '90, virando su un pubblico più maschile, ma in seguito perse popolarità, soprattutto a causa di una stupida regola che costringeva le wrestlers a "ritirarsi" dopo aver compiuto 26 anni. Le wrestlers in questione, invece di ritirarsi, si trasferirono in altre federazioni concorrenti, che eventualmente sorpassarono la AJW in popolarità. La All Japan Women fu costretta a dichiarare fallimento e a chiudere i battenti nel 2005.
Forse l'unico problema di questi due esempi è che entrambi sono ormai datati, e qualcuno potrebbe argomentare che al giorno d'oggi è impossibile replicare quello che è successo 40 anni fa. Forse gli ultimi 2 tentativi seri li ha fatti la WWE, con John Cena negli anni 2000 e con la cosiddetta "Women's Revolution" negli anni 2010, con entrambi i progetti che, seppur molto diversi tra di loro, chiaramente miravano ad attrarre un pubblico più femminile. Ma non li definirei esattamente un successo, dato che gli ascolti non si alzarono in nessuno dei due casi. Ma personalmente ritengo che, con le giuste persone ma soprattutto con la giusta formula, è possibile attrarre il pubblico femminile anche nel 2024. Il caso di Kaisei Takechi, pur non essendo (per ora) di larga scala, lo dimostra.