IL POLLO DI TRILUSSA

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 22/4/2015, 09:38
Avatar

Man "I M" Back
VWE Chairman
VWE HALL OF FAMER

Group:
Chairman & CEO, COO, EVP
Posts:
31,842

Status:


Con la frase "Pollo di Trilussa" si fa riferimento alle errate interpretazioni dei dati statistici e in particolare delle medie statistiche. In pratica, si fa riferimento al fatto che se "statisticamente" sul pianeta le persone mangiano un pollo a testa, non è detto che in realtà sia così e quindi può capitare che qualcuno ne mangia due e qualcuno zero.

Perchè si dice "pollo di Trilussa"? Innanzitutto partiamo da chi era Trilussa! Trilussa è lo pseudonimo anagrammatico di Carlo Alberto Camillo Mariano Salustri (Roma, 26 ottobre 1871 – Roma, 21 dicembre 1950), poeta, scrittore e giornalista italiano, particolarmente noto per le sue composizioni in dialetto romanesco. Il "pollo di Trilussa" nasce quindi come espressione a Roma e dintorni ma grazie alla "globalizzazione culturale", l'espressione è ormai usata anche fuori Roma.

Tutto nasce dalla poesia La Statistica:

CITAZIONE
Sai ched'è la statistica? È 'na cosa
che serve pe fà un conto in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che spósa.
Ma pè me la statistica curiosa
è dove c'entra la percentuale,
pè via che, lì, la media è sempre eguale
puro co' la persona bisognosa.
Me spiego: da li conti che se fanno
seconno le statistiche d'adesso
risurta che te tocca un pollo all'anno:
e, se nun entra nelle spese tue,
t'entra ne la statistica lo stesso
perch'è c'è un antro che ne magna due.

(Trilussa, La Statistica)

Da Wiki:
Di fatto il componimento di Trilussa non fa altro che affermare che se qualcuno mangia due polli, e qualcun altro no, in media hanno mangiato un pollo a testa, anche se di fatto sappiamo che uno non l'ha mangiato. La scelta del pollo va inserita nel contesto storico, in quanto ai tempi di Trilussa mangiare pollo era considerata "una cosa da ricchi", ma anche se oggi in Italia la situazione è diversa il significato del ragionamento umoristico non cambia. Quindi sebbene facendo la media sulla popolazione potesse risultare che ogni persona mangia un pollo (quindi abbia un certo benessere) nella realtà potrebbero essere in molti a non poterselo permettere e il dato sarebbe ingrossato dal consumo della fascia di popolazione più ricca.

Con questa poesia Trilussa anticipa un tema che è diventato assai attuale con la diffusione dell'informazione statistica per fini di promozione politica, economica e non solo. Come infatti sosteneva Darrell Huff nel suo Mentire con le statistiche (How to Lie with Statistics) spesso il numero statistico, magari privo di informazioni dettagliate, può essere interpretato in modi diversi a seconda dei dati correlati. Così la media è un dato spesso poco significativo o addirittura fuorviante se non si sa esattamente su quale base è calcolata e con quale criteri è definita: e questa imprecisione, a volte, può essere voluta, con lo scopo intenzionale di ingannare. Casi del genere hanno portato con il tempo a modifiche sull'uso di dati statistici, ad esempio per misurare il reddito medio di una certa nazione, che può risultare elevato grazie alla presenza di pochi individui multimiliardari a fronte di una massa di persone sotto la soglia di povertà.

La scienza statistica, peraltro, dispone di strumenti che permettono di tenere conto di questa variabilità, come il Coefficiente di Gini. Tuttavia (al di là dell'eventuale uso strumentale della media statistica) il tema del "pollo di Trilussa" esemplifica bene la sovrapposizione che si fa a livello popolare tra la statistica in generale (che contiene tra l'altro delle misure di dispersione) e la media statistica, che è una misurazione tanto nota ed esaltata da essere spesso confusa con la statistica stessa.
 
Web  Top
0 replies since 22/4/2015, 09:38   4248 views
  Share